Titolo: Tom's Daughter
Autore: Alien__
Rating: Giallo (solo perchè c'è qualche parolaccia xD)
Genere: Generale, Romantico, Commedia
Riassunto: Tom Kaulitz alle prese con una figlia sedicenne... Come se la caverà?
Disclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono. Tutto quello che trovate descritto è frutto della mia fantasia e tutto ciò non è a scopo di lucro.
Comincio postandovi il prologo e il primo capitolo, tanto per vedere se piace, ma in realtà sono già arrivata al 32esimo capitolo su EFP e su altri forum C:
E' la prima che scrivo "seriamente". Spero di rispettare il regolamento xD
Baci baci :3
Tom's Daughter
Prologo
Mi chiamo Rebecca Kaulitz. Sono abbastanza alta, snella, capelli puttosto lunghi e mossi, color biondo cenere. Abito a Los Angeles e ... Ah, sì.. a voi non importa di questo, vero? Sì, sono la figlia di Tom Kaulitz, contenti? No, non prendetevela a male, ma a volte essere etichetta come "la figlia del Sexgott" mi dà un po' fastidio...
Riguardo alla mia famiglia... beh, la mia unica famiglia sono papà, zio Bill, nonna Simone, nonno Gordon, Georg e Gustav - che non sono propriamente miei parenti ma vabhè...-
Mia mamma? Dio solo sa dov'è finita. Un giorno mi ha messa al mondo, mi ha parcheggiata davanti a casa di papà e poi PUFF! Sparita. Scomparsa. Senza lasciare traccia.
No, non sento la sua mancanza, e non la sentirò mai. Perché? Ragazzi, avete mai sentito la mancanza di qualcuno che avete visto solo nei 5 minuti dopo essere nati? Non credo.
Comunque sono felice così. No, non sto fingendo.
Papà mi ha dato tutto ciò di cui avevo bisogno. Ha messo da parte perfino la sua carriera per me...Con lui ho passto i momenti migliori della mia vita. Amo mio padre.
No, non è incesto, pervertiti. Gli voglio un mondo bene, tutto qui.
Che tipo di padre è? Non so,.. Non conosco molti altri padri con cui fare il confronto.
So solo che il mio è fantastico.
1.
- Rebecca! Svegliati, su! Farai tardi a scuola!-
Mio padre gridava come un forsennato dal piano di sotto, ma io non avevo la minima voglia di alzarmi.
- Mmh.. sì- mugugnai, nascondendomi sotto le coperte: dio, come odiavo il lunedì! All' improvviso la porta si splancò e sentii qualcuno avvicinarsi con passo veloce al letto per poi togliermi le coperte con molta poca delicatezza.
- In piedi!!- mio padre mi guardava furioso, con le mani ai fianchi. I suoi occhi nocciola lanciavano saette e probabilmente mi avrebbe schiaffeggiato se non mi fossi alzata subito.
Sbuffai, rassegnata, e scesi dal letto, diretta in bagno.
- E vedi di muoverti!!- sentii mentre chiudevo la porta.
Sbuffai una seconda volta e aprii l'acuqa della doccia, ma cambiai subito idea. "Se mi faccio la doccia, arriverò tardi, e QUELLO è capace di sbranarmi" pensai, così mi limitai a lavarmi per bene la faccia. Dopo essermi asciugata il viso, osservai la meravigliosa trousse che lo zio Bill mi aveva regalato al mio compleanno. Feci per prenderla, ma ritrassi subito la mano, spaventata: un grido rabbioso mi giunse alle orecchie dalla porta:
- Ho detto muoviti!
- Papà, sono dentro da 5 minuti!!
- Esci!- ok, mi padre aveva dei seri problemi mentali.
- Un attimo solo! Devo truccarmi!!
- Se tra 5 minuti non sei fuori da questo maledettisimo bagno, abbatto la porta!-
E l'avrebbe fatto. Era già capitato 2 anni prima. Mio papà era completamente fuori di testa.
Mi truccai alla velocità della luce e cinque minuti dopo uscii dal bagno. Andai in camera mia e aprii il mio fantastico armadio. Osservai il suo contenuto, esitando: cosa mettermi? Ero proprio indecisa. Poi mi dissi che non avrei retto ad un'altra sgridata di papà, così presi un paio di jeans ed una t-shirt a caso. MI vestii, presi lo zaino di scuola e volai al piano di sotto, in cucina. Mio padre stava già facendo colazione con un enorme fetta biscottata su cui aeva spalmato chili di marmellata.
- Papà! Quella fetta biscottata è gigantesca!!-
Lui mi guardò, poi osservò la fetta di pane.
- No, non è vero.- sentenziò infine.
Scossi la testa, sconsolata, e mi preparai una tazza di tè.
- Ti conviene muoverti, il pullman passa tra meno di mezzora.
- Sì, sì...- dissi, senza curarmi di ciò che diceva: mezzora... pfui! Un' eternità!
Finito di fare colazione accesi la Tv sulla mensola della cucina. Feci un po' di zapping, finchè non capitai su Mtv, che stava passando il viedoclip di un nuovo artista. La musica non era granchè, ma lui, Ralph o come diavolo si chiamava, era davvero carino.
- Cavoli se è figo!- esclamai, dando voce ai miei pensieri.
- Rebecca!!
- Che c'è?!? Se non fidanzata, me lo spupazzerei tutto..- dissi, distogliendo lo sguardo. Mio padre era rosso in viso: faceva sempre così... era senza speranza.
Mi schiaffai un mano in viso, sospirando rumorosamente:
- Papà, non cominciare... ti prego...
- Rebecca, sei ancora piccola! E poi...-
Inutile dire che non lo calcolai nemmeno di striscio. Insomma avevo sedici anni! Ero abbastnza grande, no?!? Ma mio padre non la pensava così, evidentemente. Infatti continuava parlare...
Lo osservai: era rimasto tale e quale al Tom Kaulitz dei Tokio Hotel di qualche aano prima. Cornrows neri, piercing al labbro, fisico da urlo, occhi nocciola che facevano cascare le donne ai soi piedi... Era proprio bello il mio papà. Tanto bello quanto rompiballe.
- Ma mi stai ascoltando???!!!?
- Cosa..? Ehm, sì certo papà... Io vado!- gli schioccai un bacio sulla guancia e uscii di casa senza dargli il tempo di replicare.
In pochi minuti arrivai alla fermata e qualche minuto dopo arrivò il bus. Salita sul pullman, cercai con lo sguardo la mia migliore amica, Julia.
La trovai seduta in fondo, come al solito.
- Ciao bella!- mi salutò lei
- Ehi Julia! Tutto bene?
- Sì, tutto ok.. Tu?
. Beh mettiamola così... potrebbe andare MOLTO meglio se mio padre non avesse inaugurato la giornata con una delle sue simpaticissime prediche.
- Ahahahaha...- rise la mi amica. La guardai seria:
- Non lo trovo divertente, Julia.
- IO sì... insomma... ahahahah... tuo padre, il Sexgott, che ti fa la predica!! Ahahaha... Troppo forte!!-
Stavo per ribattere, ma chiusi subito la bocca: aveva ragione. Quella di mio padre era ipocrisia allo stato puro.
Vedendomi pensierosa, Julia attaccò con la sua serie di storielle divertenti: sapea come tirarmi su il morale. E così tra una risata e l'altra arrivammo a scuola. "Eccoci," pensai "il lunedì è arrivato". Mentre scendevo, mi arrivò un SMS: "ti viene a prendere zio Bill. Fai la brava e stai attenta e non parlare con gli sconosciuti. Ti voglio bene. Papà"
Sorrisi: mio padre era incorreggibile.